ARTICLE MARKETING ITALIANO

ARTICLE MARKETING ITALIA

Come funzionano i diversi test per il coronavirus

I test che diagnosticano il coronavirus sono dei validi alleati per tenere sotto controllo l’andamento del virus ed agire in tempo al fine di porre in essere misure contenitive. Sul territorio italiano è in atto un’attenta attività di screening, proprio per questo è necessario comprendere quali sono i tipi di test che vengono effettuati e capire se è il caso di sottoporsi ad un esame.

Come funziona il tampone faringeo?

Il tampone faringeo consiste in un prelievo effettuato utilizzando un bastoncino cotonato, simile ad un cotton fioc, di materiale presente nelle prime vie respiratorie (precisamente nella faringe). Quanto estratto, viene poi processato o utilizzando la biologia molecolare (e quindi prende il nome di “tampone molecolare”) o con l’immunofluorescenza. In questo caso si parla di tampone rapido.

Nel primo caso, viene utilizzata una tecnica denominata PCR, che sta per “reazione a catena della polimerasi”, la quale amplifica i frammenti di RNA virale presente nel tampone e rivela il risultato dopo un lasso di tempo di circa 5 ore. Invece, se si utilizza l’immunofluorescenza, vengono rilevate le nucleoproteine del virus: se sono presenti antigeni virali, questi reagiranno con gli anticorpi monoclonali creando delle particelle fluorescenti.

L’intensità della fluorescenza permette all’operatore sanitario di valutare o meno la presenza di agenti patogeni, dando i risultati entro 30 minuti (in alcuni casi ne bastano addirittura la metà).

Come funziona il test sierologico?

I test sierologici servono ad individuare degli anticorpi che vengono generati dall’organismo quando entra in contatto con il virus. Infatti, a seconda della presenza o meno di alcune tipologie di anticorpi, si può stabilire se c’è un’infezione in atto oppure c’è stata in passato.

La presenza di anticorpi IgA, significa che c’è un’infezione al momento del test; la presenza di anticorpi IgM, invece, sta ad indicare un’infezione recente, dato che compaiono nel siero dei soggetti non prima dei 10 giorni di esposizione al virus; infine, gli anticorpi IgG indicano che si è già contratta l’infezione in passato, e quindi, probabilmente, si è immuni al virus.

Questa tipologia di test si divide in test rapidi (qualitativi), come l’Autotest Covid-19 Biosynex e quantitativi.

I test quantitativi permettono di trovare i diversi anticorpi, mentre i test rapidi, che possono essere fatti autonomamente, solo se sono presenti anticorpi o meno. Pertanto, non stabiliscono se l’infezione è in atto. La comodità di questi test, però, sta nella possibilità di acquistarli in farmacia e quindi di poter individuare, eventualmente, delle infezioni asintomatiche.

Quale test utilizzare?

Ma quando va utilizzato un test piuttosto che un altro? Sicuramente il tampone è più affidabile, ma si tratta di uno strumento che non va sprecato. Infatti, i medici di base, i pediatri oppure il personale dell’Asl, consigliano il tampone molecolare solo di sintomi che possono indicare un’infezione da covid, oppure in caso di contatto con un soggetto risultato positivo.

Oppure, vengono effettuati per consentire l’accesso a determinati luoghi o per effettuare uno screening dei lavoratori.

Il tampone rapido, di solito, viene effettuato ad una moltitudine di persone, come ad esempio ad una scolaresca, quando vi sono casi di positivi nello stesso luogo (come un professore) ma si escludono i contatti diretti. In ogni caso, dopo aver individuato una positività tramite tampone rapido, è necessario confermare con il tampone molecolare. Se si ha il sospetto di aver avuto il covid in passato, invece, si può decidere di effettuare un test sierologico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *